In un blog del futuro leggeremo titoli come questo. Qualcuno scriverà di come un tempo le aziende emettevano ordini di acquisto cartacei, li trasmettevano ai loro fornitori via email, i fornitori digitavano i dati un sistema ERP e poi, dopo la consegna delle merci con DDT di accompagnamento che il cliente doveva firmare, venivano emesse fatture in PDF che il cliente riceveva via email, stampava, digitava nel sistema gestionale, abbinava all’ordine di acquisto e al DDT ricevuto prima di predisporre, alla scadenza, una distinta di pagamento per la banca.
Ma non sarà un futuro tanto lontano quello in cui i processi di acquisto off-line saranno solo un ricordo, visto che già oggi l’uso di strumenti digitali nelle transazioni tra imprese contano per il 15% di tutte le operazioni di acquisto, come indicano i dati riferiti al 2017 diffusi nel giugno scorso dell’Osservatorio eCommerce B2B del Politecnico di Milano.
Forse il 15% non è ancora molto ma vale 335 miliardi di euro e si tratta di cifre sicuramente destinate a crescere anche in vista dell’introduzione della fatturazione elettronica dal 2019.
Per ora la spinta maggiore alla digitalizzazione dei processi di acquisto sembra derivata dai sistemi EDI per lo scambio di ordine-bolla-fattura che sono tipici di alcune importanti filiere come quelle dell’automobile, del largo consumo, del farmaceutico, del tessile, dell’elettronica e del materiale elettrico. Ma un segnale forte che avrà un impatto sulla crescita dell’eCommerce B2B in Italia è dato dal lancio, avvenuto ad inizio estate, del marketplace Amazon Business.
Sempre più PMI utilizzeranno canali di approvvigionamento digitali di beni e servizi, con la conseguente necessità di ripensare in chiave tecnologica i processi Procurement-to-Pay (P2P).
Tralasciando di analizzare gli scenari più strutturati dove collaudati sistemi EDI, integrazioni di filiera o sistemi di e-procurement guidano in qualche modo i processi di acquisto verso tutti i fornitori, vediamo quali sono i servizi e i prodotti di business che le PMI acquistano on-line.
Dai software di office agli abbonamenti per avere l’inchiostro di ricambio quando serve, dai servizi di hosting dei server aziendali sino ai canoni per l’uso di CRM e gestionali, sono tutti esempi di acquisti eCommerce B2B di servizi generalmente offerti in abbonamento.
Per non parlare di tutti gli acquisti pubblicitari on-line, sui motori di ricerca, sui principali siti web o sui social network. Con tutti i servizi “accessori” per il retargeting, il tracking, l’analisi dei comportamenti, la gestione delle lead e di tutto il sales funnel. In tutti i casi siamo sempre in ambito di acquisti eCommerce B2B di servizi.
Si possono fare numerosi altri esempi e non è difficile prevedere, come dicevamo, che anche le aziende di piccole e medie dimensioni inizino ad effettuare acquisti di materie prime e merci utilizzando canali digitali. Con la conseguenza di dovere gestire volumi sempre più rilevanti di transazioni finanziarie, ricorrenti o meno, legate a processi d’acquisto automatizzati.
Con gli acquisti in eCommerce B2B il tradizionale ciclo dei pagamenti in cui l’azienda emette la distinta bonifici da trasmettere alla banca o autorizza la banca a saldare le ricevute bancarie deve necessariamente essere messo in discussione. Quantomeno perché nell’ eCommerce tutti i pagamenti sono in genere pre-autorizzati se non anche anticipati.
Come fare quindi a mantenere il controllo sui pagamenti ai fornitori se un numero crescente di transazioni on-line richiede la pre-autorizzazione all’addebito sui conti correnti aziendali ? un conto è abilitare i RID per le utilities dell’energia o della telefonia, un altro conto è attivare gli addebiti automatici in conto a decine di fornitori che operano on-line. Lo stesso dicasi per l’emissione di bonifici anticipati in attesa delle forniture, prassi che comporterebbe un rischio ed un aggravio della attività amministrative sicuramente sconsigliabili.
Per rispondere alle nuove esigenze di gestione dei pagamenti che derivano dagli acquisti in eCommerce B2B, occorre agire innanzitutto sulla eliminazione o sulla massima riduzione possibile del rischio di incorrere in addebiti impropri, di affrontare onerosi contenziosi con i fornitori o di subire vere e proprie truffe. Ed una interessante soluzione ci viene data dalle carte prepagate virtuali, come Soldo, che permettono di superare evidenti inadeguatezze del sistema bancario tradizionale nella gestione di alcune tipologie di pagamenti aziendali.
In primo luogo occorre che tutti i pagamenti degli acquisti digitali siano indirizzati verso un sistema di carte prepagate, il wallet aziendale nel caso di Soldo, in cui la disponibilità di spesa massima è chiaramente limitata dall’importo dei fondi totali trasferiti dall’azienda e da regole che permettono il totale controllo sulle spese (ad esempio impostazione di budget di spesa giornaliera, settimanale e mensile) . Questo è il primo livello di controllo del rischio finanziario massimo a cui l’azienda si espone.
All’interno del sistema occorre poi generare i mezzi di pagamenti effettivi da utilizzare per i vari fornitori, ovvero le singole carte di pagamento. E poiché con queste carte non si devono fare acquisti presso esercenti fisici, è sufficiente creare delle carte virtuali
Ogni azienda potrà organizzare come meglio crede le sue carte virtuali, anche se la creazione di una carta virtuale per ciascun fornitore on-line può essere un buon criterio da adottare.
La carta virtuale altro non è che un codice di pagamento, che a questo punto può essere dato a chi in azienda deve effettuare gli acquisti per quel determinato fornitore affinché lo utilizzi.
Ma la singola carta virtuale attivata non ha ancora alcuna disponibilità di denaro, sino a che il titolare dell’azienda, il direttore amministrativo o il tesoriere non procede con il trasferimento istantaneo delle somme che si presumono necessarie per gli acquisti programmati dal conto principale (il wallet aziendale) al conto secondario (il wallet della carta virtuale).
Nel caso di pagamenti one-time deve essere possibile abilitare in tempo reale la carta virtuale per la singola operazione, mentre per i pagamenti ricorrenti deve essere possibile alimentare periodicamente la carta virtuale con le sole somme stabilite come canone.
Oltre alla evidente riduzione del rischio finanziario, in questo modo si è anche realizzata una ordinata gestione amministrativa delle transazioni che devono risultare dalla reportistica di sistema elaborata per carta virtuale o per fornitore. Una volta abbinate la fatture ai pagamenti non ci sarà più alcuna necessità di procedere con ulteriori attività di riconciliazione dei conti.
In conclusione, i dati sulla crescita dell’eCommerce B2B pubblicati di recente dagli Osservatori del Politecnico di Milano sono stati lo spunto per una riflessione sulla necessità per le PMI di riorganizzare l’intero ciclo P2P con particolare riguardo alla fase finale dei pagamenti. L’uso del tradizionale canale bancario può risultare in una diminuzione dei livelli di controllo sugli esborsi finanziari mentre l’adozione di nuovi strumenti di pagamento fintech, come le carte prepagate virtuali Soldo, può contribuire a ridurre i rischi ed a garantire il totale presidio delle transazioni finanziarie B2B. Tu cosa ne pensi ? Invia un commento con la tua opinione.