Indennità di trasferta e diaria giornaliera non sono la stessa cosa. Spesso i due termini vengono confusi, ma è una generalizzazione inesatta. Scopri tutto sulle spese di trasferta, e come si semplificano con una carta Soldo.
Come spesso accade quando un termine viene usato quotidianamente, il suo significato cambia, anche minimamente, e tende a sovrapporsi con altri termini simili.
Ad esempio, per molti uffici di contabilità e amministrazione, i termini “indennità di trasferta” e “diaria giornaliera” sono intercambiabili, perché entrambi relativi alla vasta categoria della gestione delle spese di trasferta. In realtà si tratta di due concetti molto diversi; le differenze emergono in modo evidente quando si tratta di calcolare correttamente i rimborsi delle spese trasferta dei dipendenti, ma anche la tassazione relativa.
In questo articolo vedremo la differenza tra diaria giornaliera e indennità di trasferta, con un occhio al contratto collettivo nazionale del commercio (CCNL) e alle cifre corrette e aggiornate per l’anno in corso, ma soprattutto considerando come Soldo può rendere più immediata la contabilità, automatizzando il processo e mantenendo tutto a norma di legge.
Per capire la differenza tra indennità di trasferta e “diaria giornaliera” bisogna partire dal tipo di rimborso a cui ha diritto un dipendente in viaggio che usa la propria carta di pagamento per sostenere le varie spese. Il rimborso che questo dipendente riceverà si divide in tre categorie, secondo il CCNL commercio:
Detto ciò, dove si parla di diaria giornaliera? Per introdurre il termine, parliamo prima del concetto di rimborso forfettario.
Una seconda distinzione da fare è tra le due tipologie di rimborso spese di trasferta: il rimborso forfettario e il rimborso analitico (o “a pié di lista”).
Il rimborso forfettario infatti prevede che il dipendente riceva una cifra fissa. Durante la trasferta, il dipendente sostiene le spese di tasca propria, quindi a fine viaggio le dichiara in nota spese, specificando la tipologia di spesa, e infine la presenta all’amministrazione. Riceverà comunque la cifra già concordata come rimborso.
Invece, per il rimborso analitico, il dipendente viene rimborsato in base a quanto ha speso. In questo caso è ancora più importante per il dipendente conservare le ricevute e i documenti fiscali e presentarli senza errori o dimenticanze.
“Attenzione: spesso anche i termini “indennità di trasferta” e “rimborso spese di trasferta” vengono erroneamente usati come intercambiabili. Bisogna quindi accertarsi sempre, quando si leggono delle informazioni in merito, di capire di cosa si sta parlando in termini fiscali.”
Con il termine “diaria” si intende – fiscalmente – il rimborso forfettario delle spese sostenute dal dipendente in trasferta. Talvolta però il termine è anche usato per indicare l’indennità di trasferta, e ciò provoca confusione.
“Curiosità: il termine latino “diaria” si traduce in italiano con “giornaliera”, e ha la stessa radice della parola “diario”. In sostanza, dire “diaria giornaliera” potrebbe essere considerato ridondante, anche se è proprio questo il termine utilizzato nel CCNL commercio. Nonostante tutto, l’importante è capirsi, e soprattutto comprendere di cosa sta parlando il nostro interlocutore.”
Una buona soluzione è capire in modo pratico come funziona il rimborso spese di trasferta di un dipendente riferendosi al proprio contratto collettivo di riferimento. Tenendo sempre a mente che teoricamente con “indennità di trasferta” invece intendiamo solo le somme aggiuntive riconosciute al dipendente in trasferta per il disagio subito, in conseguenza del fatto che è chiamato a svolgere le sue mansioni fuori dalla sede di lavoro abituale.
Anche a livello di tassazione, le indennità di trasferta e le diarie presentano differenze. Le indennità di trasferta sono sempre tassate in capo al dipendente, dato che vengono considerate come una parte aggiuntiva della retribuzione, e possono naturalmente coesistere con il rimborso spese a piè di lista (analitico); al contrario le diarie riguardano esclusivamente il rimborso a forfait e non vengono tassate (entro certi limiti) non essendo considerate come retribuzione.
Un discorso a parte va fatto per il calcolo del rimborso chilometrico. Se il lavoratore, in accordo con il datore, utilizza il proprio mezzo di trasporto, dovrà essere rimborsato in base alle Tabelle ACI secondo determinati criteri. In caso invece usi un’auto ad uso promiscuo, si può parlare di fringe benefit in busta paga.
Nel contratto collettivo nazionale del commercio (CCNL) il termine utilizzato per definire l’indennità di trasferta è “diaria giornaliera”, il che provoca non poca confusione.
In ogni caso, il contratto collettivo nazionale offre un riferimento molto utile per chi vuole calcolare le diverse voci che devono essere rimborsate al lavoratore in trasferta come vitto e alloggio, spese non documentabili e altro.
Riguardo all’indennità di trasferta si dice anche:
“La Diaria giornaliera (leggasi indennità di trasferta, ndr) avente natura retributiva, che ristora il disagio connesso al lavoro fuori sede, così come l’eventuale prolungamento d’orario per i tempi di viaggio, nel limite massimo di 2 (due) ore giornaliere. Oltre tale limite il tempo di viaggio, salvo che il lavoratore non sia conduttore del mezzo di trasporto (nel qual caso gli spetterà l’intera retribuzione oraria), sarà retribuito con il 70% (settanta per cento) della R.O.N. L’eventuale lavoro straordinario effettuato fuori dalla sede abituale di lavoro, purché autorizzato e documentato, sarà retribuito con le normali maggiorazioni contrattuali”.
Come si legge da questo breve estratto dunque l’indennità di trasferta viene considerata come retribuzione e di conseguenza viene tassata come tale.
Per quanto riguarda invece il rimborso spese ai professionisti e collaboratori, è opportuno fare un discorso a parte, perché non sempre si ha un contratto collettivo di riferimento.
Per calcolare l’indennità da corrispondere ai dipendenti, il CCNL del commercio ci viene in aiuto con tre categorie:
In caso di trasferta che duri più di un mese, l’indennità viene ridotta del 10%.
Questi sono in generale gli importi di riferimento previsti dal CCNL:
La vera questione è: che senso ha impiegare il tempo dell’ufficio contabilità con queste distinzioni, spesso non chiarissime, e con calcoli lunghi e spesso oggetto di contestazione da parte del dipendente?
La soluzione che elimina alla radice il problema del rimborso spese è consegnare a ogni dipendente una carta di pagamento aziendale, preferibilmente con un importo pre-determinato in grado di coprire correttamente tutte le spese di trasferta necessarie.
Ecco che la soluzione Soldo arriva in nostro aiuto.
Soldo non è una banca e non è una carta di credito, ma è molto di più. Si tratta di un sistema di carte prepagate collegate al circuito Mastercard® e collegabili al conto corrente della tua azienda.
L’amministrazione potrà emettere a costo zero una carta, consegnarla al dipendente che va in trasferta, assegnare un tetto massimo di spesa e ricaricare la carta prepagata quando serve. Non sarà possibile sforare tale soglia massima, perché non siamo di fronte a una carta di credito, bensì a una prepagata.
Soldo consente anche di:
Soldo è la soluzione migliore per gestire le spese di viaggio, perché elimina la necessità di complicati calcoli per diaria giornaliera e indennità di trasferta. Infatti, Soldo consente di consegnare a ogni dipendente direttamente una carta prepagata, ricaricabile in pochi istanti dall’ufficio di amministrazione, in modo che possano spendere quanto necessario.
Con Soldo è anche più facile raccogliere la documentazione relativa alle spese: è sufficiente fare una foto allo scontrino o ricevuta, e il sistema riconosce in automatico i campi testuali rilevanti, e elabora un documento digitale. In ultima battuta, il documento può anche essere inviato all’Agenzia delle Entrate direttamente, per l’archiviazione sostitutiva.
Scopri come nello studio di Forrester Consulting.
Scarica il reportI termini “diaria” e “diaria giornaliera” si equivalgono: si tratta – fiscalmente – di un rimborso forfettario (o a piè di lista) delle spese sostenute dal dipendente in trasferta. Talvolta però il termine è anche usato per indicare l’indennità di trasferta, e ciò provoca confusione.
Un’altra differenza è che la diaria giornaliera (anche se è meglio chiamarla solo “diaria”) è un rimborso spese dei dipendenti non considerabile come retribuzione, e quindi non è soggetta a tassazione. Non è sempre facile distinguere tra le due, ecco perché consegnare una carta di pagamento Soldo a ogni dipendente e automatizzare la contabilità è ancora la soluzione più efficiente ed economica per le aziende di ogni dimensione.
Secondo il CCNL del commercio l’indennità di trasferta si divide in:
In caso di trasferta che duri più di un mese, l’indennità viene ridotta del 10%.
Questi sono in generale gli importi di riferimento previsti dal CCNL:
Facciamo chiarezza: il rimborso per le spese di trasferta ai dipendenti comprende due tipologie principali, il rimborso analitico e il rimborso forfettario. Si parla di indennità di trasferta per tutte quelle spese tassate in capo al dipendente e considerate come una parte aggiuntiva della retribuzione, che possono essere accompagnate da un rimborso analitico. Invece, quando il rimborso è unicamente forfettario si parla di “diaria” o “diaria giornaliera” e si tratta di spese non vengono tassate (entro certi limiti).
Per capire quale rimborso bisogna corrispondere al dipendente o collaboratore, è meglio consultare il proprio contratto collettivo di riferimento.
Sì. L’indennità di trasferta viene considerata a tutti gli effetti come una retribuzione e viene di conseguenza tassata come tale. Bisogna però prestare attenzione a distinguere tra diaria e indennità di trasferta, in quanto la prima è un rimborso forfettario che entro certi limiti non viene tassato.
In generale, la soluzione più efficiente per contabilizzare correttamente queste spese è rivolgersi a strumenti di pagamento avanzati e dotati di strumenti automatici per la riconciliazione, come Soldo.
Il rimborso chilometrico viene corrisposto al lavoratore quando questi utilizza la propria auto personale (o altro mezzo di trasporto). Il rimborso si calcola seguendo delle tabelle pubblicate alla fine di ogni anno dall’ACI, in base alla tipologia di auto e ad altri fattori. In caso invece si parli di auto ad uso promiscuo è opportuno riferirsi al fringe benefit in busta paga.