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Great resignation: cos’è e cosa possono fare le aziende per fermare il boom di dimissioni

2 Marzo 2022  |  11 Minuti di lettura
Great resignation
Great resignation

Le nuove priorità dei lavoratori

In Italia, fra aprile e giugno 2021, quasi mezzo milione di persone ha dato le dimissioni. E, secondo uno studio McKinsey, il 40% dei lavoratori di tutto il mondo cambierà lavoro nei prossimi mesi.
Negli USA questo fenomeno è stato denominato “Great Resignation”, ovvero un boom di addii volontari al posto di lavoro. I fattori scatenanti sono diversi: un mercato del lavoro in ripresa e la conseguente ricerca di migliori condizioni economiche, la sindrome da bournout, e cioè una condizione di intenso stress particolarmente debilitante dal punto di vista psicofisico, e il desiderio di riappropriarsi del proprio tempo.

Inutile dire che la pandemia ha contribuito all’accelerazione di questa tendenza. Ma cosa cercano i lavoratori di oggi? Le priorità sono cambiate e le persone vanno alla ricerca di un posto che garantisca benessere e si adatti meglio alle loro nuove esigenze.

I numeri della Great Resignation in Italia

Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel secondo trimestre del 2021, quasi mezzo milione di persone in Italia ha scelto volontariamente di lasciare il proprio posto di lavoro. Sono diversi i fattori che hanno determinato questa scelta:

  • sblocco della cassa integrazione
  • superamento di Quota 100
  • presenza di strumenti a sostegno del reddito
  • desiderio di una migliore condizione lavorativa

Tra aprile e giugno 2021 sono stati chiusi più di 2 milioni di rapporti lavorativi, con una crescita del 37% rispetto al trimestre precedente.

La tendenza di abbandonare il posto fisso alla ricerca di soluzioni lavorative maggiormente flessibili è una caratteristica peculiare della cosiddetta “You only live once (YOLO) Economy”: i Millenials e una parte della Generazione Z, non soddisfatti del proprio lavoro, decidono di cambiare drasticamente il loro percorso professionale e focalizzarsi su esperienze a cui dare valore. Fenomeno che riguarda soprattutto i knowledge workers che hanno conoscenze digitali e si lanciano verso lavori di consulenza, o si mettono in proprio per avviare una attività. Ecco perché il futuro del lavoro sembra essere sempre più costellato di start-up innovative.

Un nuovo paradigma nelle relazioni tra aziende e persone

Il mercato del lavoro sta progressivamente cambiando il suo aspetto a causa di diversi fattori: globalizzazione, trasformazione demografica e digitalizzazione. Per essere in grado di affrontare e superare con successo le sfide che questi cambiamenti portano con sé, le aziende devono mostrarsi duttili e flessibili. Adattarsi agli shock economici, sviluppare resilienza e sfruttare al meglio le nuove opportunità diventano fondamentali in un nuovo mondo del lavoro sempre più soggetto al cambiamento.

Mariano Corso, docente di Leadership & Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, sottolinea l’importanza di ascoltare davvero le necessità dei lavoratori:

“Resteranno competitive soltanto quelle aziende in grado di attrarre e far crescere le loro persone, investire in competenze per far cogliere obiettivi professionali e sfidanti, e riprogettare le organizzazioni per la velocità e l’innovazione.”

La trasformazione che coinvolge il mondo del lavoro ci dice che è arrivato il momento di definire nuovi modelli che mettano al centro le persone, dotate di approcci sostenibili, attente al bilanciamento tra vita privata e professionale, e purpose driven con valori e scopi sociali.

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Il futuro del lavoro è sempre più ibrido

Mai come prima d’ora abbiamo imparato a conciliare la realtà fisica con quella virtuale. I modelli di lavoro convenzionali non sono scomparsi, ma emerge sempre di più l’esigenza di un contesto lavorativo più agile e flessibile. In questo quadro, il lavoro ibrido rappresenta una valida alternativa tra il lavoro da casa e quello in ufficio.
Con lo scoppio della pandemia, lo smart working è diventato una scelta obbligata per milioni di lavoratori.  E questo ha innescato un profondo cambiamento culturale che richiede una necessaria evoluzione dei modelli organizzativi aziendali.

Il lavoro ibrido non è semplicemente un mix tra il lavoro in presenza e quello a distanza, ma è un modello che cerca di sintetizzare il meglio di queste due diverse esperienze e creare delle organizzazioni quanto più possibile competitive. Le sue declinazioni sono tante e ancora in via di definizione; per alcune aziende l’ufficio rimane sempre il luogo principale dove svolgere la propria attività, mentre altre individuano il lavoro da remoto come predominante, con una presenza occasionale in ufficio.

In Italia, secondo le analisi del Politecnico di Milano, il lavoro agile resterà nell’89% delle grandi aziende e nel 62% delle PMI ma, appunto, con formule ibride: in media tre giornate ibride nelle prime e due nella pubblica amministrazione.

Cosa fa Soldo per aumentare la soddisfazione dei dipendenti

L’Italia si posiziona oggi al venticinquesimo posto in Europa come livello di digitalizzazione (DESI 2020), a causa di vari fattori che includono sia la limitata diffusione di competenze digitali, sia la bassa adozione di tecnologie avanzate, ad esempio le tecnologie cloud. Al tempo stesso, gli ultimi vent’anni sono stati caratterizzati da un calo della produttività. Uno dei fattori che limitano la crescita di produttività è proprio il basso livello di investimenti in digitalizzazione, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese.

Ora, affinché il lavoro ibrido dia dei risultati, le aziende devono dotarsi dei giusti strumenti.
Uno degli obiettivi di Soldo è proprio quello di semplificare la vita ai professionisti che si occupano di contabilità attraverso l’automazione di alcuni processi; questo permette loro di concentrarsi su operazioni di alto valore.

“Sono tutti molto soddisfatti dell’utilizzo delle carte di pagamento Soldo. Per noi è stato anche un processo di trasformazione culturale.”
Giovanni Grassi, Corporate Finance and Insurance Manager Gruppo Trevi

Ci sono almeno 3 validi motivi per automatizzare i processi finanziari in azienda:

Avere più tempo per attività di alto valore

In qualsiasi azienda ci sono attività di basso e alto valore. Le prime assorbono il tempo e l’energia dei dipendenti; tra le seconde rientrano tipicamente le attività di forecasting o quelle di strategia. Il ruolo della contabilità è fondamentale perché consente di stabilire dove allocare le risorse per far crescere l’azienda. Automatizzare alcune attività come la riconciliazione, significa proprio creare tempo per attività che apportano un valore aggiunto in azienda, con un incremento della soddisfazione dei propri dipendenti.

Ridurre il rischio di errori

I processi ripetitivi sono una caratteristica di ogni azienda, indipendentemente dal settore in cui opera. Sebbene monotone, determinate attività sono quasi sempre fondamentali per il successo aziendale. Ma la loro ripetitività accresce il rischio di errori, di cui generalmente si prende coscienza soltanto in fase di riconciliazione a fine mese. Automatizzare le attività contabili significa invece scongiurare questo tipo di errori.

Aumentare il coinvolgimento e la soddisfazione dei dipendenti

Qualsiasi persona ha bisogno di sapere che il proprio lavoro è apprezzato. È certamente un fattore che aumenta la propria motivazione. Le attività monotone e ripetitive, al contrario, non fanno altro che ridurre quella sensazione. Quando i dipendenti sentono che il loro tempo è rispettato e il loro lavoro valorizzato, saranno inevitabilmente più felici e coinvolti.

Dare priorità alle persone per accelerare la crescita aziendale

È importante che le aziende mettano a disposizione dei loro dipendenti una serie di strumenti che gli consentano di formarsi ed aggiornarsi, anche in autonomia, per un continuo miglioramento delle proprie competenze che stimoli la proattività:

  • corsi di formazione
  • accesso a piattaforme di e-learning
  • partecipazioni a forum ed eventi

Soldo ha trovato delle soluzioni per aumentare il benessere e la soddisfazione dei suoi dipendenti, così da poter coltivare e trattenere i migliori talenti. La nostra piattaforma di gestione spese e il sistema integrato di carte di pagamento consentono ai dipendenti di ottenere facilmente ciò di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro.
La piattaforma intuitiva e l’app mobile consentono ai dipendenti di inoltrare richieste di spesa, effettuare acquisti, acquisire ricevute e tenere traccia dei budget, senza dover anticipare denaro di tasca propria ed evitando tutti i problemi di ordinaria amministrazione.

Inoltre, attraverso un sistema di carte virtuali, supportiamo la crescita professionale delle persone che fanno parte della nostra organizzazione. Le nostre carte virtuali sono la soluzione ideale per i pagamenti occasionali, come corsi di formazione e aggiornamento o biglietti per conferenze.
Riconosciamo alle persone piena responsabilità quando si tratta del proprio sviluppo personale. Grazie alla possibilità di impostare dei limiti di spesa su ciascuna carta, i dipendenti possono richiedere ed effettuare acquisti dedicati alla loro formazione ed acquisire istantaneamente le relative ricevute.

Così tutto il tempo risparmiato in lunghi processi di rendicontazione può essere investito nelle attività che contribuiscono in maniera più strategica alla scalabilità aziendale.

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